Di William Anselmo
serie a
Chiudono gli stadi di calcio, pagano sempre i tifosi buoni per il fallimento dello Stato italiano
Per Palermo-Sampdoria deciso il blocco della vendita dei biglietti. Potranno entrare soltanto gli abbonati e alcuni tifosi doriani. Questa la scelta insensata del Casms avallata dal Ministero dell'Interno.
A livello nazionale si stanno impegnando parecchio per far del male al calcio, la quarta industria italiana. Non bastavano gli scandali come calciopoli e calcioscommesse a minare la passione degli italiani, no. Ci si mette anche lo Stato.
Negli ultimi anni il Governo ha adottato provvedimenti che hanno penalizzato tutto il movimento calcistico (e tutta l'economia), per colpire una minoranza di esagitati. Tessera del tifoso, Daspo di gruppo, trasferte vietate, limitazioni temporanee e tante altre iniziative che non scoraggiano i violenti, ma soltanto la gente perbene come la maggior parte dei tifosi italiani.
La verità forse è che le istituzioni non sanno da dove cominciare, non hanno idea di cosa fare per risolvere un problema che è prima di tutto culturale, e allora prendono decisioni stolte. Come se per debellare un'alga pericolosa venisse buttato in mare un veleno che però uccide tutti i pesci.
Il provvedimento comunicato ieri dalla Prefettura di Palermo, per esempio, è una di quelle decisioni insensate in cui lo Stato al posto di risolvere un potenziale (e sottolineiamo potenziale) problema, decide di lavarsene le mani.
Allo stato attuale, Palermo-Sampdoria sarà aperta solo ai propri abbonati e non sarà possibile alla società di vendere biglietti ai propri sostenitori per entrare alla delicata partita di Serie A al "Renzo Barbera". La squadra ospite, invece, potrà acquistare biglietti per un numero limitato se in possesso di Tessera del Tifoso.
Lo scorso 20 aprile l'Osservatorio comunica che "gli incontri di calcio Atalanta-Chievo, Palermo-Sampdoria, Virtus Entella-Pescara, Martina Franca-Benevento e Real Suttano-Barrese, connotati da alti profili di rischio, sono rinviati alle valutazioni del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, ai fini dell’individuazione di misure di rigore". Roma, quindi, passa la palla al Casms, il comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni, che reputa "connotata da alto profilo di rischio" anche la gara tra i rosanero e i doriani. Così il Prefetto di Palermo recepisce l'indicazione e senza pensarci due volte firma il provvedimento, mentre il club rosanero si rivolge al Tar per farlo annullare.
Stessa cosa era accaduta qualche giorno fa per Atalanta-Chievo, partita storicamente tranquilla come Palermo-Sampdoria, che in extremis però ha ricevuto il via libera dopo che esponenti della politica locale, compreso il sindaco (Leoluca Orlando dove sei? Lo sai fare?), avevano fatto pressioni per risolvere il problema.
E pensare che il ministro dell’Interno Angelino Alfano è siciliano e dovrebbe conoscere bene il contesto locale, così come il presidente del Senato Petro Grasso, grande tifoso rosanero e amico di Zamparini.
Da cosa si denota, dunque, l'"alto profilo di rischio" di cui parla l'Osservatorio dal momento che le tifoserie di Palermo e Sampdoria, pure nelle stagioni in cui hanno vissuto sfide sportive molto delicate, sono sempre state ineccepibili? Perché non bloccare soltanto la tifoseria ospite, al posto di una città intera, se avevano paura di possibili improbabili scontri?
O forse si tratta di semplice incompetenza e incapacità di gestire situazioni un minimo fuori dall'ordinario?Perché, ricordiamo, se qualche settimana fa proprio chi gestisce la nostra sicurezza non è stato capace di impedire una rissa in pieno centro a Palermo (in una zona abbastanza lontana dallo stadio) tra un gruppo locale e un gruppo di laziali scortati da uomini in borghese delle forze dell'ordine, non osiamo immaginare in che modo queste stesse persone che dovrebbero garantire la nostra incolumità possano tutelare l'Italia dai terroristi dell'Isis. Allora vanno chiusi gli stadi e le frontiere per evitare pericoli al posto di trovare soluzioni vere?
A questo punto c'è chi dovrebbe dimettersi in attesa di trovare qualcuno che abbia le idee chiare su come agire nel rispetto dei diritti costituzionali di tutti. Perché il calcio sarà un argomento frivolo, ma le limitazioni della libertà sono vergognose, ancor di più se è lo Stato italiano ad imporle con prepotenza dall'alto e senza un reale motivo.
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