Un patron dall'ego tracimante con una smodata passione per il calcio.
serie b
Tedino: “Zamparini impone la formazione? Adesso vi spiego tutto. Quando squillò il telefono…”
Il tecnico rosanero descrive il suo rapporto col patron e rivendica l'autonomia delle sue scelte.
"Maurizio Zamparini è il miglior presidente possibile dal martedì al sabato"
In questa citazione a firma Francesco Guidolin, c'è tutta l'indole e l'esuberanza dell'imprenditore friulano.
I consigli, le consulenze, le ingerenze nella gestione tecnica.
L'ombra dell'influenza di Zamparini nella composizione dell'undici da mandare in campo.
Un tema da sempre dibattuto da media e tifosi, indipendentemente dall'allenatore di turno.
Il fardello di questo pronunciato sospetto, radicato nell'immaginario collettivo, in questa stagione pesa sulla testa di Bruno Tedino. Nel corso di un'intervista rilasciata al "Corriere delloSport" l'allenatore del Palermo cerca di smontare categoricamente questa tesi.
"Il mio rapporto con Zamparini è professionale e garbato. Non mi ha mai detto chi mandare in campo, chi è meglio o peggio. Però è la proprietà e non deve sapere le cose dal buco della serratura. Va informato su ciò che si fa e su cosa succede, deve conoscere chi sta male e perché non gioca, scelte e motivazioni. Altrimenti cosa spingerebbe un imprenditore a comprare una società se poi non può metterci bocca? Quando il patron lo trova opportuno mi suggerisce qualche idea. Lo ascolto. Un personaggio con tanta esperienza, passione e competenza deve poter dire certe cose. Se qualcuno ha giocato male, ed è vero, non posso arrampicarmi sugli specchi per sostenere il contrario. Persa l’imbattibilità col Novara, paradossalmente non si è incavolato: “Una lezione salutare per capire com’è la B. Un sospiro di sollievo per entrambi, aggiungo. Non siamo a caccia di record. Ci basta la promozione”.
Quindi, l'ex tecnico del Pordenone rammenta il primo impatto col patron del Palermo.
”l primo impatto con Zamparini fu tra il ’95 e il ’97 nelle giovanile del Venezia. Non penso di avergli parlato. Dopo vent’anni, squilla il telefono. E’ lui e mi offre di guidareil Palermo.
Non ho dubbi sulla risposta ma debbo prima vedere Lovisa, presidente del Pordenone, al quale porterò riconoscenza eterna. Sarebbe stato un tradimento ignorarlo. Mi rispose che non poteva trattenermi. Grazie presidente! Così mi ritrovo ad Aiello del Friuli da Zamparini. Lui travolgente e sicuro, io in punta di piedi. Anche a Palermo bisognava ricreare ambiente e gruppo. Solo così si può essere vincenti. Se si abbassa la guardia succede come a Pescara”.
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