Dodici finali. Bologna al Barbera, Inter a San Siro, Napoli in casa, Empoli al Castellani, Chievo al Bentegodi, Lazio al Barbera, Juventus allo Stadium, Atalanta in casa, Frosinone al Matusa, Sampdoria al Barbera, Fiorentina al Franchi e, per finire, Hellas Verona di fronte ai tifosi rosanero. Da queste partite passa il futuro del Palermo. La retrocessione è un'opzione a cui Zamparini prova continuamente a non pensare, ma - calendario alla mano - sarebbe un epilogo non proprio impossibile. Di errori nel corso della stagione (estate 2015 compresa), il patron friulano ne ha commessi parecchi, molti dei quali hanno causato mera confusione e mancanza di punti di riferimento. Condizioni perfette per far fatica a conseguire una salvezza tranquilla. L'edizione odierna de 'La Repubblica' prende in esame le decisioni rivelatesi errate dell'imprenditore friulano. Mossa per mossa, tutte le leggerezze che hanno portato all'harakiri.
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Palermo: Zamparini, harakiri in cinque mosse
Viaggio all'interno della stagione rosanero.
IL MERCATO UNA ROSA INADEGUATA CON MOLTI ELEMENTI SOVRASTIMATI
All’inizio del campionato Maurizio Zamparini parlava di Europa, parlava di una squadra che sarebbe arrivata subito dopo le grandi. La realtà parla invece di una squadra che sembra giocare un campionato diverso da quello delle altre formazioni di serie A. Di una squadra con molti volti anonimi, con giocatori sopravvalutati e con solo qualche rara eccellenza che si conta sulle dita di una mano (Sorrentino, Vazquez, Gilardino). Barreto, Dybala e Belotti non sono stati adeguatamente sostituiti. Molte scommesse e soprattutto molti giocatori che non hanno fatto quel salto di qualità che ci si attendeva. "Ho rifiutato sette milioni dal Napoli per Struna". Se quella del presidente è una battuta non fa ridere. Se è la verità fa ridere ancora meno - scrive il quotidiano generalista -. Quella allestita questa estate e non migliorata a gennaio così come aveva detto Gerolin che, a Repubblica, aveva dichiarato che sarebbero arrivati "quattro giocatori pronti" è probabilmente la squadra più scarsa di tutta la ultra decennale gestione Zamparini. Una squadra che, a differenza di quanto fanno dirette concorrenti forse ancora più deboli, nemmeno ci mette il cuore. Tante, troppe le partite nelle quali il Palermo ha dato l’impressione di non essere nemmeno entrato in campo.
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