Sto vivendo male la vicenda. Giovedì ero attaccato a Facebook, in attesa di conoscere in diretta la sentenza d'appello
serie b
Palermo in Serie C, Di Donato: “Assurdo ciò che sta succedendo, non voglio pensare ci sia un disegno ma…”
L'ex capitano del club rosanero, Daniele Di Donato, ha espresso la propria opinione in merito al caso Palermo
Questa la sincera ammissione di Daniele Di Donato, capitano del Palermo durante l'anno della storica promozione in Serie A giunta dopo ben 32 anni, il quale, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha espresso la propria opinione relativamente al caos giudiziario che sta attanagliando il club rosaneroin questo rocambolesco finale di stagione. L'attuale tecnico dell'Arzignano non riesce a darsi pace per le tante questioni che non trovano delle vere e proprie risposte plausibili in merito a tutta questa spinosa vicenda. Di seguito le sue dichiarazioni, rilasciate ai taccuini del noto quotidiano sportivo nazionale, relativamente a tale argomento.
"Ha dell'assurdo ciò che sta succedendo – afferma il centrocampista abruzzese –. In un nanosecondo hanno spedito il Palermo in Serie C, senza neppure aspettare l'appello. E se mercoledì la corte federale dovesse dare ragione al Palermo, che si fa? Come si risolverebbe la questione, visto che i play-off sono già in fase avanzata? E se il Palermo fosse andato in A direttamente? Perché aspettare l'ultima giornata per dare seguito ai deferimenti, quando la vicenda in sede civile era nota da mesi? E perché pagano solo la squadra e i tifosi, mentre l'attore principale di tutte queste presunte magagne (l'ex patron Maurizio Zamparini, ndr.) non viene toccato? E ammesso che il Palermo abbia taroccato i bilanci, chi avrebbe dovuto controllare in questi anni, perché non lo ha fatto? Mi sembra tutto troppo strano. Non voglio pensare che ci sia un disegno, ma il sospetto che vogliano farla pagare alla vecchia proprietà, mi è sorto. Una decisione così drastica, che ha anche risvolti drammatici per l'indotto e il tessuto sociale della città, non si prende così alla leggera, in quattro e quattr'otto, senza dare neppure la possibilità di difendersi".
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