A Palermo va in scena la fiera dell'assurdo. Maurizio Zamparini non ha nulla da imparare in tema di esoneri, ma nella circostanza il patron si è davvero superato. La netta sconfitta interna contro la Fiorentina aveva indotto l'imprenditore friulano a rinnegare il discusso provvedimento seguito, un paio di mesi or sono, al successo contro il Chievo, ossia il sollevamento di Beppe Iachini dall'incarico di tecnico della prima squadra. Sconfortato dalla deludente prestazione offerta dalla squadra contro la corazzata di Paulo Sousa e dal deficitario ruolino di marcia del Palermo nel corso dell'era Ballardini, Zamparini aveva sorprendentemente deciso di chiudere anzitempo l'esperienza del tecnico ravennate in Sicilia, richiamando sulla panchina più traballante d'Italia proprio il mister di Ascoli Piceno. Una presa di posizione netta sancita da una telefonata personalmente effettuata dal patron, in cui comunicava allo stesso Iachini l'intenzione di richiamarlo al capezzale della compagine rosanero per provare a scongiurare l'incubo della retrocessione. Tutto pareva ormai definito con la macchina organizzativa del club che si metteva in moto pianificando in fretta e furia un mini-ritiro in vista della delicata trasferta del Bentegodi contro il fanalino di coda, l'Hellas Verona, in quel di Coccaglio, sede gradita e indicata dallo stesso Iachini per riprendere contatto coi suoi uomini e tentare di ricominciare il discorso bruscamente interrotto ai primi di novembre.
palermo
Palermo: Iachini-Zamparini, tutte le ragioni della rottura. Non solo mercato, c’è altro. Intanto Ballardini…
A Palermo va in scena la fiera dell'assurdo. Stucchevole e fulmineo flipper di accadimenti in seno al club rosanero.
Contestualmente veniva comunicato a Davide Ballardini il suo esonero, la cui ufficialità sarebbe stata ratificata da un comunicato che il club era in procinto di diramare da lì a poco. Ma le sorprese non erano ancora finite qui ed è bastato un secondo contatto intercorso tra il presidente e Iachini per far riemergere antiche ruggini e quelle insanabili divergenze di vedute alla base del primo divorzio tra i due. La definizione delle strategie di mercato è stato il principale pomo della discordia: Iachini ha ribadito il suo già noto pensiero su deficienze e lacune dell'organico, esigendo innesti di carisma, esperienza e qualità comprovata nel campionato italiano che potessero sensibilmente elevare la cifra tecnica complessiva di una squadra ritenuta giovane, acerba ed incompleta in varie zone del campo. Il patron non ha gradito la richiesta di garanzie avanzata dal tecnico rivendicando la piena autonomia nelle scelte di mercato che il presidente porta avanti in prima persona, coadiuvato sì dal lavoro del ds Manuel Gerolin, ma ispirato soprattutto dalle consulenze di alcuni suoi fidi consiglieri, tra procuratori ed intermediari di mercato. Un mercato principalmente ispirato alla linea verde e orientato a pescare su vari bacini, ben oltre i confini nazionali.
Secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione di Mediagol.it, altro argomento di discussione tra i due sarebbe stato legato all'utilizzo più o meno costante di alcuni tra i calciatori della rosa che ben poco spazio hanno trovato durante la gestione del tecnico marchigiano e maggiormente impiegati - con alterni risultati - dal nuovo tecnico Davide Ballardini. I due non si sarebbero trovati d'accordo neanche sull'eventuale opportunità di reintegrare nel progetto tecnico Enzo Maresca, ritenuto elemento importante dall'allenatore marchigiano, non solo per la moria di fosforo e personalità che avversa il reparto di centrocampo, ma soprattutto in virtù del suo ruolo di leader e collante all'interno del gruppo. Nel corso del confronto, i toni si sarebbero inaspriti e la pazienza di Zamparini si è esaurita di fronte alla manifesta perplessità di Iachini che avrebbe chiesto 24 ore per riflettere e valutare se accettare o meno la proposta del patron.
A quel punto il dialogo si interrompeva bruscamente e tra i due calava il gelo, con Zamparini che revocava con un repentino dietrofront la sua decisione iniziale, riconfermando sulla panchina rosanero l'appena esautorato Davide Ballardini. Scenario che stava prendendo forma già dopo il ko di Bergamo contro l'Atalanta, quando - al termine dei primi 45 minuti - il patron stava già per congedare Ballardini dopo appena tre gare di campionato, ma, in seguito alla mediazione ed al confronto con alcune personalità a lui più vicine, tra cui il direttore sportivo del Cesena, Rino Foschi, frenò il suo istinto interventista concedendo un'ulteriore chance all'ex tecnico di Lazio e Genoa.
Il tecnico ravennate dovrà quindi disfare le valigie, semmai abbia avuto il tempo di prepararle, e dirigere tra qualche ora il primo allenamento in quel di Coccaglio per preparare al meglio l'incrocio-salvezza contro il Verona dell'ex Gigi Delneri. Il tutto in un'inevitabile atmosfera di tensione, disorientamento e palese imbarazzo che caratterizzerà il lavoro della squadra in virtù di questo stucchevole e fulmineo flipper di accadimenti.
Ballardini potrà accogliere nell'impianto lombardo il secondo volto nuovo di questa sessione invernale di mercato: da Milano, dove è atterrato nella giornata di ieri, raggiungerà i compagni Bryan Cristante, talentuoso centrocampista classe '95 scuola Milan che arriva ad implementare il reparto dal Benfica con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA