Continuano le indagini sulle false comunicazioni e i falsi nei bilanci del Palermo, non sarà processo solo per l'ex patron Maurizio Zamparini.
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Palermo, falsi nei bilanci: non solo Zamparini, i pm pronti a chiedere processo per altri 7
Prosegue l'inchiesta giudiziaria, oltre all'ex presidente Giammarva spuntano altri sei indagati chiamati a processo per le false comunicazioni alla Covisoc ed i falsi nei bilanci dal 2014 al 2016
A riportarlo è l'edizione odierna de Il Giornale di Sicilia che sottolinea come, a differenza della decisione presa dai pm del processo immediato per l'imprenditore friulano, altri sette saranno invece chiamati a processo ordinario per mancanza delle condizioni d'urgenza. Sulla base dell'inchiesta coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Salvatore De Luca, condotta poi dai sostituti Andrea Fusco, Dario Scaletta e Francesca Dessì, iter che ha portato ai domiciliari di Zamparini, un processo-bis è pronto ad iniziare e, oltre l'ex presidente Giovanni Giammarva, altri sei sono finiti nel registro degli indagati chiamati a comparire davanti i giudici.
"Si tratta di Antonio Lo Mauro, 53 anni, e di Andrea Favatella, di 42, entrambi assistiti dall’avvocato Massimo Motisi. Ci sono poi Alessandra Bonometti, 55 anni, di Gallarate, segretaria del gruppo imprenditoriale che fa capo a Zamparini; il commercialista Anastasio Morosi, di 79 anni, di Cardano al Campo; Enzo Caimi, di 77, originario di Arluno, e il veneziano Michele Vendrame, di 65 anni. Li difendono gli avvocati Cesare Cicorella e Nadia Alecci".
I reati contestati, si legge sul quotidiano regionale, sono tutti in concorso con l'ex patron rosa e riguardano i falsi in bilancio dal 2014 al 2016 e le false comunicazioni alla Covisoc. Tra i nomi citati sono però diversi i ruoli svolti per ciascuno. Secondo le ricostruzioni infatti ad Anastasio Morosi è contestata la posizione di consulente di fiducia di Zamparini al quale avrebbe fatto relazioni e dato suggerimenti sulle azioni da svolgere; la Bonometti fu procuratore speciale nell'operazione speciale che portò alla cessione del marchio a Mepal; dito puntato anche contro Lo Mauro, Caimi e Favatella invece per la loro posizione di componenti del collegio sindacale del club che, secondo l'accusa, non si sarebbero accorti delle diverse irregolarità portate avanti dalla dirigenza dei siciliani per far apparire i conti in linea con le richieste per andare avanti senza ipotesi di fallimento. Come sottolineato non sussistono le condizioni d'urgenza come quelle che hanno portato alla decisione del giudizio immediato a Zamparini, processato da solo a partire dal prossimo 2 luglio, ma non è da escludere una "riunione dei procedimenti, se i tempi del nuovo fascicolo stralciato saranno veloci".
"Per adesso i magistrati hanno deciso di procedere solo per le contestazioni che la Cassazione ha avallato, con la decisione del 24 gennaio scorso che ha confermato i domiciliari per Zamparini. Accuse che cioè sono in un certo senso «blindate»: per le altre si deciderà in seguito se proseguire o se chiedere l’archiviazione".
Nota per i lettori: nell'articolo è stato erroneamente indicato il nome dell'avvocato Motisi quale soggetto che sarebbe stato attinto dalle indagini. Si precisa che l'avvocato Motisi, invece, ricopre il ruolo di difensore degli indagati Antonio Lo Mauro e Andrea Favatella e non è in alcun modo coinvolto dalle indagini come erroneamente riportato. Ci scusiamo con l'interessato e con i lettori per l'errore.
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