Il futuro in casa Palermo è ancora tutto da scrivere.
palermo
Palermo: corsa al ruolo del nuovo ds, dal sogno Foschi all’outsider Giaretta. Gli scenari
Le ultime sul ruolo di direttore sportivo del Palermo. Zamparini: "Nella prossima settimana spero di annunciare il nome che ricoprirà questa carica".
Il summit tenutosi nella giornata di ieri tra il presidente Maurizio Zamparini e Gianni Di Marzio non ha fugato del tutto i dubbi su quelli che saranno i nuovi orizzonti dirigenziali e tecnici in viale del Fante. L'esperto dirigente napoletano ha gentilmente declinato l'offerta del numero uno rosanero, il quale voleva affidargli ufficialmente l'incarico di direttore sportivo del club. Le principali motivazioni addotte da Di Marzio in merito al diniego sono legate all'impossibilità di conciliare un ruolo così impegnativo con i rapporti di consulenza attualmente in essere con un paio di club europei (Qpr e Tromsø).
Zamparini auspica di reperire una figura dirigenziale presente sul territorio che assurga al ruolo di filtro e collante tra società, tecnico e squadra: mansione brillantemente espletata da Di Marzio nell'ultimo scorcio di stagione che è valsa la salvezza. Presenza costante in città che l'esperto consulente campano non può garantire nell'arco dell'intera stagione in virtù dei numerosi impegni. Tuttavia il legame professionale tra Di Marzio e Palermo proseguirà in termini di mera consulenza relativamente alle strategie operative ed agli innesti di mercato.
Di Marzio dirà la sua anche relativamente alla scelta del prossimo direttore sportivo che erediterà la carica occupata quest'anno da Manuel Gerolin. I profili papabili sono ben noti: da una parte le autorevoli candidature di manager di esperienza, carisma e spessore quali Rino Foschi e Nicola Salerno; dall'altra prende quota l'ipotesi di un outsider che risponde al nome di Cristiano Giaretta. Già ds di Novara e Udinese, in procinto di terminare la sua avventura in seno al club friulano, il dirigente veneto incarna il classico profilo giovane e rampante, dalla personalità mite, con vocazione più coadiuvante e operativa che non strategica. Figura capace, ma poco ingombrante, vogliosa di imparare ed arricchire il suo giovane bagaglio personale con un'esperienza importante come potrebbe essere quella di Palermo. In virtù della ben nota indole accentratrice del patron Maurizio Zamparini che ama fare mercato in prima persona con l'ausilio di pochi fidati consiglieri, il tassello Giaretta potrebbe costituire nell'ottica presidenziale quello giusto da incastonare nell'organigramma senza il rischio di conflittualità e sovrapposizione.
Un ritorno in sella di Rino Foschi appare al momento l'ipotesi suggestiva, ma difficilmente praticabile. Lo storico ex ds rosa ha avuto un ruolo chiave nel disgelo tra Zamparini e Ballardini che ha gettato le basi per il ritorno del tecnico ravennate sulla panchina del Palermo. A suffragio della sua candidatura, il feeling con la piazza e la perfetta conoscenza del personaggio Zamparini e delle dinamiche in seno al club rosa. La permanenza nell'orbita di Gianni Di Marzio, seppure in veste di consulente personale del patron, costituisce comunque una presenza autorevole e dal rilevante peso specifico in sede decisionale e quindi improbabile ipotizzare una compatibilità tra due figure dirigenziali di tale personalità e caratura. Stessa cosa dicasi per Nicola Salerno, altro dirigente esperto e qualificato non certo di primo pelo che, se chiamato in causa, pretenderebbe un'autonomia strategica in sede di mercato non certo nelle corde del modusZamparini. L'ex direttore sportivo di Messina e Cagliari fu cercato nell'estate del 2014 dal patron rosanero, a cui è legato da un rapporto di stima e amicizia. In quella circostanza però Salerno scelse di seguire Cellino al Leeds. Più defilata sullo sfondo, infine, l'idea Bonato, protagonista dell'impresa con il Sassuolo del patron Squinzi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA