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Manuel Arteaga a Mediagol: “Sono un giocatore del Palermo, non vedo l’ora di duettare con Vazquez. Bocciato dal Parma? Bugie. Nuovo Batistuta? Il mio idolo è un altro”

I tatuaggi di Arteaga sono spesso a sfondo religioso. Il giovane attaccante è molto credente.

L'intervista esclusiva al nuovo attaccante del Palermo.

Mediagol40

"Sono andato via dall'Italia ben tre anni fa, ma non mi sono dimenticato dell'italiano e poi, diciamocela tutta, da quando, due settimane fa, mi hanno detto che avrei giocato al Palermo, mi sono messo a studiarlo nuovamente". Ebbene sì, da circa quattordici giorni Manuel Arteaga sa che il suo destino calcistico sarà in Sicilia, in rosanero. Nell'intervista concessa in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it specifica che lui, in Italia, ci è già stato, trentatré mesi or sono, vestendo la maglia del Parma. Perché sottolinearlo? Per fare chiarezza. Si era detto che gli emiliani - che l'avevano prelevato in prestito dallo Zulia - non erano del tutto convinti del suo talento. "Fermi tutti - avverte - su questo aspetto ci tengo particolarmente a far chiarezza: non è vero che il Parma non mi ha ritenuto all'altezza, sono stato io ad aver chiesto di tornare in Venezuela. Per quale motivo? Loro volevano tenermi sotto contratto, mandandomi in Slovenia o Slovacchia, non ricordo bene. Lì c'è un loro club satellite, forse si trattava del Gorica, società slovena. Io ho fermato tutte le operazioni e ho detto 'No, io torno a casa e mi alleno lì'. E' stato meglio: qui a Maracaibo ho la possibilità di tenermi in forma con serenità ed entusiasmo - spiega -. So che un altro passeportout per l'Europa l'avrei trovato: infatti è arrivato il Palermo. Sono felice".

E' pronto a compiere questo passo in avanti, il venezuelano classe '94, quello che ad ora è il primo acquisto del Palermo. Un attaccante che i tifosi dei rosanero non vedono l'ora di conoscere.

"Sono un centravanti che può ricoprire più ruoli nel fronte d'attacco. Calcio indifferentemente con entrambi i piedi, anche dalla media distanza. Se andate a guardare i video delle partite che ho giocato qui in Venezuela, vi renderete conto che ho segnato molti gol di testa: mi dicono che ho una buona scelta di tempo nell'inserimento senza palla. Insomma, se lo dicono, ci sarà un fondo di verità. Io non parlo troppo bene di me stesso, perché non voglio vantarmi e soprattutto non mi pongo limiti e cerco sempre di rintracciare gli aspetti negativi per migliorare e crescere giorno dopo giorno".

Tecnica, ma anche importanti mezzi fisici...

"Fortunatamente posso contare su un fisico importante e qualche difensore avversario, al termine delle partite che ho giocato, mi ha detto che faceva fatica a contenermi. Poi sono uno a cui piace divertirsi in campo, senza mai abbandonare la disciplina. Vi faccio un esempio".

Prego.

"Se andate a guardare qualche video su Youtube, vedrete che ho siglato dei gol 'de chilena', in rovesciata. Uno l'ho fatto qualche settimana fa".

E' vero, ci sono le prove (qui le immagini). A proposito di prove e provini, la Fiorentina non ti ritenne pronto a vestire la maglia viola.

"Sì, quattro-cinque anni fa, sostenni un provino con la Fiorentina, ma non andò bene. Stetti lì per cinque giorni, ad allenarmi, a far vedere le mie qualità, ma a quanto pare la Fiorentina non cercava questo tipo di giocatore. Io l'ho vissuta come un'esperienza positiva e utile per la mia crescita. Tornai dunque a casa, a Maracaibo, e subito dopo mi chiamò il Liverpool - aggiunge -. Mi allenai coi Reds per due settimane, forse ero riuscito a convincerli, sarebbe stato bello giocare all'Anfield, vedo tanti video su Internet e lì c'è un tifo bestiale. Ma il mio entourage non trovò l'accordo con il club inglese e tornai in Venezuela. Volete la verità? E' stato meglio per me tornare a casa, sono maturato più gradualmente, ma senza bruciare le tappe. Rifarei questa scelta, so che lavorare qui mi è servito tantissimo".

Com'è nata l'etichetta di 'nuovo Batistuta'?

"Volete la verità? Non saprei (ride, ndr). Alle volte vengono tirati fuori dei paragoni proprio irriverenti. Non dico nulla, né che assomiglio a Bati, mi darebbero del 'matto', né che non gli assomiglio per niente. Farò parlare il campo".

Manuel Arteaga avrà pure degli idoli, no?

"Sì, tra gli attaccanti più famosi in giro per l'Europa e per il mondo, dico che mi piace molto il modo in cui Lewandowski e Ibrahimovic interpretano il calcio, però io sono Manuel Arteaga. Tra i miei connazionali, il migliore, devo ammetterlo, è Salomon Rondon, un esempio per tutti noi vinotintos. Mantengo i rapporti con Josef Martinez del Torino, Rincon del Genoa, Ponce della Sampdoria e Signorelli della Ternana. Non li ho ancora contattati per sapere com'è cambiata la Serie A. Sapete, in questi giorni ho parlato con altre persone..."

Con chi?

"Col Palermo, con chi sennò?! Dovevo limare gli ultimi dettagli del contratto. A proposito, l'accordo tra i due club è stato raggiunto due settimane fa, le cifre ormai sono note (800mila euro la spesa complessiva dei rosanero, ndr). Dapprima i rosanero hanno contattato lo Zulia, poi me. Appena ho sentito 'Palermo' quasi non ci credevo. Conosco bene come lavora la società rosanero, ho visto passare da lì gente del calibro di Paulo Dybala, Cavani, Pastore, molti giocatori sudamericani come me. Spero chiaramente di poter ripercorrere le loro orme. Sono molto felice per questa opportunità, voglio fare le cose per bene".

Cosa manca per l'annuncio?

"Nulla, se non aspettare il 27 dicembre, una domenica molto importante per la mia carriera: da quel momento inizierà la mia avventura al Palermo. L'indomani o il giorno stesso, è da vedere, sosterrò le visite mediche. La formula del mio trasferimento al Palermo? Titolo definitivo, titolo definitivo (lo ripete ben due volte, ndr). Ho firmato per quattro anni e mezzo coi rosanero: questo vuol dire che credono molto in me, dietro c'è un progetto, io ne farò parte, sono felicissimo. Voglio contribuire segnando tanti gol".

Al Palermo troverai Franco Vazquez.

"Lo conosco, le sue giocate arrivano fin qui: nel senso che, quando combina qualcosa di magico, i video diventano virali anche qui. In Argentina, soprattutto, lo seguono tanto. Stando a quanto ho visto, è più una seconda punta o trequartista che un centravanti vero e proprio. E' abile ad assistere la prima punta. Ecco, se quella punta dovesse essere Manuel Arteaga (parla in terza persona, ndr) non sarebbe proprio male (ride, ndr). Al di là del Mudo, che è chiaramente il giocatore più talentuoso del Palermo, voglio stringere un forte legame con tutto il gruppo: sono entusiasta e speranzoso, non vedo l'ora di iniziare questa mia nuova avventura".

Intervista realizzata da Claudio Scaglione