Fabrizio Miccoli a cuore aperto. L'ex capitano del Palermo, ritiratosi dal calcio giocato nel dicembre del 2015, racconta la sua nuova vita (si occupa di giovani), il suo passato e i suoi obiettivi futuri (studierà per diventare direttore sportivo).
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Fabrizio Miccoli: “Io a Palermo come Maradona a Napoli”. Su Dybala e le offese a Falcone…
L'intervista in versione integrale a Fabrizio Miccoli: "A Palermo ero come Maradona".
Il leitmotiv dell'intervista con Pianeta Lecce è il Palermo, la squadra più importante della sua carriera, sebbene sia di dichiarata fede leccese. "Il mio Palermo era inarrivabile - racconta -. Più forte Amauri o Cavani? Beh, sono due giocatori diversi. Penso che Amauri a Palermo abbia fatto uno dei campionati più belli della sua carriera. Molto forte di testa, in area di rigore era fantastico. Mentre Cavani, magari, correva tantissimo. Ragazzi, Edi correva fino alla sua area di rigore per difendere. Una macchina. Come Nedved, sotto l'aspetto della generosità - sottolinea -. Pensandoci bene, quel Palermo non era affatto male: in attacco Cavani, Miccoli, Pastore... niente male (ride, ndr). Con Ilicic, Simplicio e tutti gli altri... Era il Palermo dei record. Andavamo a Torino e battevamo la Juventus, andavamo a San Siro e battevamo Inter e Milan. Era il Palermo vero. Era il Palermo di tutti quanti, ma alla fine era il Palermo mio. Io non è che comandavo, ma avevo la fortuna di avere a disposizione un gruppo eccezionale: tutti mi davano una mano, andavamo tutti nello stesso verso... Balzaretti, Migliaccio, Liverani, Simplicio, Bresciano, Barzagli... Io ero il capitano, ci ho messo la faccia con la gente, coi tifosi, col presidente, con tutti", prosegue Miccoli che poi ha parlato del suo gol da centrocampo e della delicata vicenda giudiziaria che lo vede tuttora coinvolto...
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