Il "suicidio" sportivo in atto a Palermo ha lasciato tutti di sasso, soprattutto i tifosi.
serie a
Crisi Palermo: gli ultras sul piede di guerra. I gruppi si riuniscono per decidere
Al vaglio dei supporter rosanero diverse ipotesi per affrontare la crisi societaria e il finale di stagione. Potrebbe arrivare anche una decisione estrema.
L'opinione pubblica, senza mezze misure, non ha gradito la gestione societaria, ritenendo Zamparini l'unico vero artefice di questa crisi (guarda il sondaggio qui), non solo per i vari cambi sulla panchina, ma anche per tutte le dichiarazioni destabilizzanti di questi mesi.
Dopo l'ennesimo capovolgimento e le dimissioni di Iachini, scaturite dalle critiche del presidente a mezzo stampa dei giorni scorsi, la situazione è degenerata. La visita improvvisa di Zamparini a Palermo non ha permesso di organizzare una contestazione, come nelle intenzioni di alcuni gruppi ultras, ma l'idea era quella.
I gruppi ultras sono al limite della sopportazione, compresi quei gruppi da sempre più tolleranti verso la società. Il vaso è colmo e c'è voglia di dare un segnale forte e plateale. La situazione si fa spinosa perché la Curva Nord Superiore, che ospita il gruppo organizzato più rappresentativo, ha già cominciato delle consultazioni interne e si riunirà ufficialmente mercoledì per decidere cosa fare.
Secondo alcune indiscrezioni, gli ultras starebbero discutendo di due possibilità che tengono in considerazione l'ala più moderata e quella più estrema del tifo organizzato. Lo scenario sarebbe la prossima partita di campionato Palermo-Napoli.
Se da una parte c'è la voglia di mettere a "ferro e a fuoco" lo stadio per protestare contro la gestione Zamparini, dall'altra c'è anche la consapevolezza che la priorità è la tutela della squadra per provare a mantenere la categoria.
I prossimi giorni potranno essere decisivi per il futuro del Palermo perché i tifosi organizzati decideranno se trasformare le restanti domeniche nell'incubo di società e giocatori, oppure se portare avanti una protesta con altre forme e in altri luoghi, preservando i 90 minuti di calcio giocato e provando a diventare, invece, l'"inferno" per le squadre avversarie che si presenteranno al "Barbera".
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