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Cessione Palermo: Frank Cascio non molla e rivede sua offerta, i cinesi e Zamparini…

Cessione Palermo: Frank Cascio non molla e rivede sua offerta, i cinesi e Zamparini…

L'imprenditore italo-americano si è visto chiudere la porta in faccia dalla banca di riferimento di Zamparini in occasione della prima offerta presentata per acquistare il Palermo. Ma a breve vorrà proporre altri termini che possibilmente...

Mediagol40

Non è finita per Frank Cascio.

La sua corsa all'acquisizione delle quote societarie del Palermo sembrava essersi conclusa anzitempo con un testacoda a metà tragitto. Meno di una settimana fa, infatti, un secco 'no' da parte della banca cui fa riferimento Maurizio Zamparini, Banca Intesa, relativamente alle garanzie in dote della cordata dell'imprenditore italo-americano.

A non convincere la controparte, anche una clausola che sarebbe scattata in caso di retrocessione del club rosanero entro i prossimi tre anni: clausola che avrebbe previsto l'arresto del pagamento rateizzato dell'ex manager di Michael Jackson. Problema che, tuttavia, si accinge ad essere superato. Frank Cascio si dice pronto al nuovo rilancio: coi suoi soci sta predisponendo una nuova offerta da presentare all’advisor scelto da Zamparini per valutare le offerte che sono arrivate o che arriveranno per la società rosanero. La novità - riferisce l'edizione odierna de 'La Repubblica' - riguarda la clausola legata all’eventuale retrocessione in cadetteria dei rosa: nella prima offerta presentata, Cascio avrebbe pagato una prima tranche versando venti milioni, mentre altri trenta li avrebbe pagati in tre anni sospendendo però questo pagamento in caso di retrocessione in serie B. In questa seconda offerta, invece, Cascio s’impegna a pagare il resto della somma nei tre anni a prescindere dalla serie nella quale militerà il Palermo.

E i cinesi? Nei primi giorni del mese d'ottobre, la delegazione della cordata asiatica raggiungerà l'Italia. Zamparini - che ha già parlato di cifre (duecento milioni), delle strategie (costruzione del nuovo stadio, del centro sportivo e campagna di rafforzamento della squadra a gennaio) e del fatto che il gruppo industriale avrebbe al suo fianco il governo di Pechino come del resto avviene in tutte le operazioni di questo tipo che coinvolgono i colossi cinesi - non ha nemmeno fatto mistero di considerare più solida la proposta cinese che tra l’altro gli lascerebbe tra il venti e il venticinque per cento delle azioni.