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Milan, Abbiati attacca Montella: “È stato un mezzo disastro, non si fidava di nessuno. Gattuso un fenomeno”

Milan, Abbiati attacca Montella: “È stato un mezzo disastro, non si fidava di nessuno. Gattuso un fenomeno”

L'ex club manager del Milan ha fatto un paragone tra la vecchia società e quella nuova, svelando i motivi del suo addio

Mediagol40

Una vita in rossonero, quella di Cristian Abbiati.

Durante la sua militanza al Milan, l'ex portiere, ha conquistato tre scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, una Champions League e una Supercoppa europea. Appese le scarpette al chiodo, Abbiati è rientrato a far parte del club, stavolta, però, da dirigente e durante la gestione cinese.

A distanza di due mesi dal suo addio alla società rossonera, l'ex club manager - intervenuto ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' - ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a tirarsi indietro: "Quando svolgi il ruolo di club manager, devi essere un aiuto per tutto e tutti: allenatore, direttore sportivo, team manager, giocatori, Milanello. Ma è un ruolo strano, sempre sul filo dell’equilibrio. Faccio un esempio: se un giocatore fa una sciocchezza e lo riferisci al mister, poi rischi di passare per spia. Insomma, è un ruolo molto ‘politico’, e ho capito che non fa per me. Il più delle volte andavo a casa incavolato nero. Non aver continuato è qualcosa che dipende da me: Mirabelli mi aveva proposto il rinnovo ma ho rifiutato. E poi in giacca e camicia non mi ci vedevo".

Deluso dalla vecchia proprietà del club meneghino, che da alcune settimane è passato sotto il controllo di Eliott, Abbiati ha svelato un'inspiegabile disorganizzazione nella gestione di Fassone e Mirabelli: "Il mio errore è stato quello di fare paragoni con il vecchio Milan, dove avevo punti di riferimento certi. Lì invece c'era molta confusione in ambito dirigenziale. Un'organizzazione fumosa che cercavano di far passare per perfetta. Il modo in cui è finita non mi stupisce e per come andavano le cose, è meglio che sia finita. Il mio punto di riferimento era Gattuso. Rino è stato un fenomeno, mi ha sorpreso molto come allenatore, ha saputo entrare nella testa dei giocatori, stimolandoli e motivandoli. Con queste generazioni non è facile. Consiglio a Elliott di tenerselo stretto. Montella? È stato un mezzo disastro, non si fidava di nessuno e per questo poi ha pagato con i risultati. Per quanto riguarda Mirabelli, devo dire che è una persona che lavora tanto. Ha gestito la faccenda del rinnovo di Donnarumma benissimo, tutelando il club. È stato uno dei pochi ad avere il coraggio di andare contro Raiola, poi ha vinto anche la scommessa Gattuso".

Nonostante l'ex portiere, tra le tante anche della Juventus, abbia ripreso ad occuparsi della sua grande passione per le moto,  non esclude la possibilità di tornare a far parte della società milanese: "Se mi chiamano li ascolto volentieri, Maldini e Leonardo sono due amici e due grandi professionisti, che sanno fare il loro lavoro. Sono gli uomini giusti su cui riedificare perché conoscono molto bene il Milan. Da milanista Maldini lo volevo assolutamente vedere dentro e quando è arrivato Leo mi sono detto: 'Ora arriva anche Paolo - ha concluso -".