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Serie B: Furia Foschi, l’ex ds del Palermo sbotta: “Adesso basta, troppo facile così…”

Serie B: Furia Foschi, l’ex ds del Palermo sbotta: “Adesso basta, troppo facile così…”

Il duro sfogo del direttore sportivo del Cesena dopo la sconfitta subita contro l'Ascoli: "Contestare la società è facile ma ingiusto, non si può fare di più".

Mediagol97

Ancora una sconfitta per il Cesena.

Un altro risultato negativo per la squadra romagnola, battuta in casa 0-2 nel posticipo domenicale dall'Ascoli (da segnalare la marcatura di un ex rosanero, Ignacio Lores Varela). Momento davvero difficile per il club bianconero, con tanto di contestazione da parte della tifoseria e della stampa. Nel post partita c'è stato il duro sfogo di Rino Foschi, ex direttore sportivo del Palermo, che ha difeso l'operato della società. Di seguito, le dichiarazioni in questione.

"L'allenatore deve far giocare la squadra e deve fare il suo lavoro – ha esordito -. Deve far capire se ha stima in questa squadra, oppure se la ritiene scarsa deve domandarsi se è l'allenatore giusto per guidarla. Perché può essere che non si adatta ai suoi modi di fare. Ma io posso solo descrivere due prestazioni, Cittadella e Ascoli. Io non posso dire se Camplone è a rischio, ora deve solo dimostrare che la squadra lo segue. Io sono orgoglioso di essere cesenate e di fare questo lavoro nella mia città. Sapete benissimo le difficoltà in cui lavoriamo e che in società ci sono dieci persone che hanno preso in mano una patata bollente. Contestarli è troppo facile, hanno fatto tutto il possibile. Sapete benissimo i sacrifici che hanno fatto, non si può andare oltre. Stanno facendo di tutto per tenere in piedi venti o trenta famiglie e per far sì che il Cesena resti in Serie B. Non si può criticare questa società, mi sono stancato. Sono due o tre estati che lo fate. Ma lo ripeto, questa società è stata lasciata con 54 milioni di debiti".

"E quando io ho lasciato questa società - ha continuato -, per il funerale che ha avuto il nostro presidente, è stata presa in mano dal signor Campedelli e soci. Hanno fatto cinque anni di calcio, non sapendo fare calcio e hanno fatto dei debiti. Ora io sono bistrattato e criticato. Non abbiamo fallito, sono orgoglioso di quello che faccio e anche di vendere i calciatori più bravi. Siamo in regola, paghiamo gli stipendi grazie alla garanzie di questi signori che ci sono in società e che ci hanno messo la faccia. Questa contestazione, questa poca pazienza che c'è mi fa arrabbiare. La società non è in panne, fa quello che può fare con quel poco che ha. Ai tifosi che vogliono sostenere la squadra apro i cancelli, ma se contestano i presidenti contestano anche me. Lugaresi non c'entra nulla, la squadra la faccio io insieme al mio allenatore".

E sul presidente ha poi dichiarato: "Il presidente ha un solo difetto: quello di aver preso in mano questa squadra con 54 milioni di debiti. Io sono orgoglioso dei tifosi che ci sostengono. Sono orgoglioso del mio lavoro e di questa sofferenza, e così ci salveremo facendo il nostro dovere. Potete dire a una persona che ha sbagliato a far calcio, ma qui non ha mai rubato nessuno. E la comunicazione va corretta, sono vigliaccate. E ci fa dei danni, non ci fa lavorare con serenità. Io presi Ragusa, gli raccontai la storia del Cesena e trovò in ritiro una contestazione a Lugaresi. Lui mi disse 'direttore, meno male che è un'isola felice'. Io faccio il mio lavoro, ma queste cose devo dirle".